Sono un'igienista dentale con oltre 22 anni di esperienza, e oggi voglio condividere con voi la mia personale scoperta riguardo all'utilizzo di psicofarmaci e antidepressivi nella gestione delle malattie intestinali. Questo racconto nasce con tre obiettivi principali:
1. **Evitare gli Errori del Passato:** Prima di otto anni fa, commettevo l'errore di sottovalutare l'uso degli psicofarmaci, pensando che la gente li assumesse senza motivo. Chiedo ai miei colleghi di non cadere nella stessa trappola e di considerare attentamente il valore di questi farmaci nella gestione delle patologie gastrointestinali. 😌
2. **Prevenire gli Effetti Collaterali:** Quando i nostri pazienti hanno problemi gastrointestinali, è probabile che vengano prescritti psicofarmaci. È fondamentale prepararci a prevenire gli effetti collaterali, educando sia i professionisti del settore che i pazienti stessi sulle possibili conseguenze di questi farmaci sul cavo orale prima tra tutte, la secchezza delle fauci ( così indicata sui bugiardini). 🚀
3. **Informare e Collaborare:** Invito i lettori, in particolare i pazienti, a essere proattivi nell'informare i professionisti sulla loro assunzione di farmaci. Questa collaborazione è cruciale per evitare problemi come bocca secca e lingua impastata, garantendo un trattamento efficace e consapevole. 🤝
Oltre a questi punti fondamentali, vorrei approfondire ulteriormente il tema dell'uso di psicofarmaci nella gestione delle malattie intestinali Perché proprio oggi una paziente che si lamentava di non avere i risultati sperati nella terapia della IBS, ma alla mia domanda se le fossero stati prescritti antidepressivi, la risposta fu :” no perché non sono depressa”. Purtroppo il suo medico non le ha spiegato quello che il mio mi spiegò molto bene, quando me li prescrisse insieme a consigliarmi la psicoterapia. Psicoterapia perché l’intestino che funziona male, fa male al cervello, facilita la depressione e il difficile controllo delle reazioni emotive. 🧠💡
La gestione delle malattie intestinali è un tema complesso, spesso associato a una varietà di trattamenti farmacologici. In questo articolo, ci tengo a sottolineare il ruolo, spesso cruciale, di alcuni psicofarmaci e antidepressivi nella gestione efficace delle patologie del tratto gastrointestinale, superando l'erronea percezione che li collega esclusivamente a problematiche psichiche.
L'obiettivo di alcuni questi farmaci è ottimizzare la comunicazione tra cervello e intestino, contribuendo al corretto funzionamento dell'organo e prevenendo sintomi dolorosi. Non sono da considerare esclusivamente terapie legate alla psiche, ma piuttosto strumenti fondamentali per mantenere in equilibrio il sistema digestivo.
Una considerazione essenziale è il ruolo della serotonina, neurotrasmettitore coinvolto sia nel cervello che nei movimenti intestinali. Gli antidepressivi, a dosaggi inferiori, modulano l'attività della serotonina, alleviando il dolore e riducendo sia la diarrea che la stitichezza in diverse patologie intestinali.
Tuttavia è fondamentale mettere in luce la necessità di un'accurata valutazione medica nell'utilizzo di tali farmaci, poiché, se da un lato offrono benefici significativi, dall'altro possono comportare effetti collaterali come costipazione e coliti ischemiche.
Un punto di rilevanza è anche l'associazione tra microbiota intestinale e disturbi mentali, sottolineando come alcuni farmaci antidepressivi possano influenzare la flora intestinale. Uno studio approfondito su fluoxetina e amitriptilina evidenzia l'efficacia di tali farmaci nel trattamento dello stress cronico lieve e la loro relazione con il microbiota intestinale.
Il mio racconto personale , come persona che ha sperimentato l'utilizzo di tali farmaci nella gestione delle patologie intestinali, spero serva a capire di non fermarsi mai alla prima idea su i farmaci che i nostri pazienti assumono. Voglio Invitare i professionisti a evitare giudizi affrettati sull'uso degli psicofarmaci e sottolinea l'importanza di informare i pazienti sui potenziali effetti collaterali, in modo da collaborare attivamente per limitarne l'impatto negativo.
In conclusione, il mio obiettivo è sensibilizzare i lettori sulla multifunzionalità di alcuni psicofarmaci e antidepressivi nella gestione delle malattie intestinali, incoraggiando una visione più approfondita e consapevole di questi farmaci al di là della loro classificazione tradizionale. Chiamiamoli antidepressivi intestinali, così si superano i tabù e si agevola la comunicazione sanitario/paziente.🌟💊
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